26/03/2015

Ritrovamento lupo ucciso

da La Stampa del 24.03.2015

“Uccidere un lupo non è solo un atto illegale, ma anche un gesto vigliacco”

Intervento dei responsabili del progetto “Life Wolfalps” sul ritrovamento di un
esemplare, abbattuto con un colpo di fucile, a Saliceto
 

Il lupo ritrovato domenica 15 marzo a Saliceto

 
CUNEO

Sul ritrovamento, domenica 15 marzo, a Saliceto in località Paciacchi, di una femmina di lupo uccisa da un colpo di fucile, intervengono i responsabili del “Life Wolfalps”, progetto che si occupa della conservazione del lupo sull’ arco alpino. 

«L’animale recuperato dalla Provincia in collaborazione con l’Atc Cn5 - si legge in un comunicato - è stato sottoposto a necroscopia all’Università di Torino. I risultati dell’autopsia, eseguita in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico, hanno rivelato che l’esemplare è stato ucciso da colpo di fucile diretto al cuore. Uccidere un lupo, specie protetta, non è solo un atto illegale, ma è anche un gesto vigliacco dettato da quell’ignoranza che genera sempre paura e odio. Il lupo è un animale selvatico, un predatore che si nutre di ungulati selvatici (e, se ne ha l’occasione, di ungulati domestici): elusivo e schivo, non si lascia avvicinare né costituisce un pericolo per le persone. Che una femmina di lupo si trovi a transitare non lontano dall’abitato è una circostanza “tutt’altro che rara”, soprattutto in questa stagione: i lupi seguono i caprioli e i cinghiali, specie che si avventurano quotidianamente, anche non lontano dalle abitazioni». 

«Quello che invece è davvero incredibile è la tenacia con cui le leggende metropolitane riescono a restare a galla anche quando i fatti dimostrano l’esatto contrario: non esistono lupi domestici né allevamenti di lupi e nessuno ha mai reintrodotto un solo lupo in Val Bormida né sulle Alpi - spiegano dal Life Wolfalps -. A differenza di altre specie, estinte e in seguito reintrodotte, come per esempio il gipeto o lo stambecco, il lupo è riuscito a riconquistare i suoi spazi senza l’aiuto dell’uomo: lo spopolamento delle campagne, l’abbandono delle coltivazioni e l’aumento dei boschi – fenomeni evidenti in Val Bormida come sulle Alpi – hanno creato un habitat ideale per un numero crescente di specie selvatiche come caprioli, cinghiali, daini (quelli sì, spesso reintrodotti a scopo venatorio): ultimo è arrivato il lupo, che dall’Appennino centro-meridionale (dove ne erano rimasti un centinaio di esemplari negli anni ’70) si è spostato lungo le catene montuose e collinari d’Italia, di generazione in generazione, nell’arco di circa quarant’anni».  

«La lupa uccisa a Saliceto verosimilmente faceva parte del branco (probabilmente 4 esemplari) che si è formato da circa 2-3 anni nella zona che comprende la Riserva naturale delle Sorgenti del Belbo, monitorata costantemente dai guardiaparco del Parco naturale del Marguareis nell’ambito del progetto Life Wolfalps - conclude la nota -. Non c’è nessuna emergenza lupo: il lupo non è un pericolo per l’incolumità delle persone, è una sfida aperta all’ignoranza e all’intolleranza umane. Perché imparare a convivere con il lupo significa accettare che esistono in natura anche animali che non “servono” all’uomo, ma che hanno diritto a vivere e a essere rispettati come tasselli importanti dell’ecosistema». 

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