23/04/2015

Nutrie

Cia Reggio Emilia: cresce la preoccupazione per l’aumento del numero di nutrie. Questione da affrontare rapidamente

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Cia Reggio Emilia: cresce la preoccupazione per l’aumento del numero di nutrie. Questione da affrontare rapidamente

Potrebbe essere il paradigma delle norme italiche, il caso che riguarda le nutrie e il loro controllo, con una modifica legislativa che voleva facilitarlo ma che invece ha complicato le cose, dato che ora nessuno sembra sapere più chi e come autorizzare le operazioni per controllarne il numero. Il tema è stato a più riprese discusso dalla Cia reggiana, in particolare nelle zone dove il problema delle nutrie è più sentito, come Guastalla e la Bassa, dove la presenza di questo roditore di origine sudamericana è ormai estremamente diffusa nel nostro territorio agricolo.

Una soluzione all’attuale impasse -secondo la Cia- va trovata rapidamente; infatti, dopo che dall’agosto scorso si sono interrotte sia la caccia che la cattura, e dopo che l’inverno -unico nemico naturale del roditore nelle nostre zone- non è stato sufficientemente rigido né le basse temperature si sono protratte a sufficienza per incidere sulla popolazione delle nutrie, questa ha ricominciato a riprodursi e sta colonizzando zone sempre più ampie. Secondo la Cia reggiana c’è, quindi, l’esigenza di riprendere tali attività, provvedendo anche alla copertura dei costi relativi alle persone autorizzate ed incaricate di tale compito.

A quanto segnalano gli agricoltori associati alla Cia, dalle zone (corsi d’acqua e canali soprattutto) dove si trova sempre acqua, le nutrie si sono ormai diramate a zone umide, dove l’acqua non sempre si trova, mentre le loro tane mettono a rischio argini di grandi e piccoli corsi d’acqua, ma anche tratti stradali, proprio perché queste tane si aprono a pelo d’acqua, scendono subito dopo a formare un sifone e risalgono vicino alla superficie del terreno, con questo rendendo rischioso il passaggio di mezzi pesanti. Proprio queste ragioni di sicurezza, idraulica e non, oltre ai rischi sanitari di cui sono portatrici e ai danni che arrecano alle colture erbacee, alle erbe spontanee e ai nidi di volatili, stanno esasperando gli agricoltori, che ora non hanno più neppure il rimborso per le perdite subite. Una soluzione va quindi trovata subito, ad esempio ripristinando la caccia di contenimento.

Fonte: Cia

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